domenica 30 novembre 2014

Il valore educativo della bellezza...l'estetica e la qualità della vita.


  
 Buona domenica lettrici/ori,
oggi ho letto alcuni commenti e articoli su  quotidiani online, nei quali la donna "curata" e attenta al proprio aspetto esteriore, veniva giudicata come frivola e priva contenuti.
In particolare si parlava di donne della politica o di professioniste affermate che, per rendersi credibili, hanno deciso di apparire mascoline o poco curate e "belle".
 La bellezza poteva distrarre dalla professionalità o addirittura essere indice di poca intelligenza o di attenzione alle cose banali.
 Così ho deciso di ricordare le parole di Platone sulla bellezza, perchè "gli antichi" erano all'avanguardia rispetto a noi uomini del ventunesimo secolo.

...Il  valore educativo precipuo delle arti deriva dall'essere il bene di  ogni cosa il suo essere non  caotica e disordinata ma  armonica e  convenien­te, per  cui  il bello  artistico, e in  particolare  il bello  musi­cale,  si  associa  con  la bontà di vita e non può  musical­mente non valere chi possiede buona indole, dacché la bontà della musica si riduce alla bontà  del discorso in essa armonizzato e ritmato, e non  può quindi esprimere un cattivo discorso chi ha buona indole; e, come ciò che è buono si esprime nell'espressione bella, cosi, perché nasca nelle anime la bontà, occorre che bello sia l'ambiente in cui esse vivono, perché solo un ambiente ispirato a bellezza è sano e moralmente vantaggioso per l'anima dei giovani che alla moralità si educano, e chi vive tra immagini di bellezza cresce abituandosi di giorno in giorno al bene.

 Infatti, dalle opere e dalle cose belle, sia per la vista sia per l'udito, proviene un salutare effluvio che, inavvertitamente, guida l'anima a conformarsi a un bel vivere e a un bel ragionare;  e in ciò appunto è l'alto valore educativo.

"L'idea di bello nel pensiero di Platone: studio storico e bibliografico" di Luigi Quattrocchi.


Per Platone  bellezza  non è fine a se stessa, è sempre unita alla verità e al bene.
L’Idea del bello ha la sorte di essere accessibile anche nella dimensione sensibile mediante la vista, che per il Greco è il più elevato dei sensi.

Carattere del bello è il fatto di rendersi visibile, è appunto visione di un bene.
 Il bene in se non è visibile, lo diventa nelle azioni, nel modo di fare e anche nel buon gusto. Sì può così parlare di azioni belle, di un bel modo di fare, e di un gusto bello.
Essenza del bello è la luminosità dell’apparire e, in qualche modo, il bello esteriore disvela un modo di essere interiore.
Parmenide e Platone usano il verbo «aletheia» per indicare «la verità», aletheia è il dis-velato. Quindi, la bellezza vera svela.
Il gusto nel vestire  è il venire ad espressione di ciò che la persona è, svela, in parte, ciò che la persona è.
Per i filosofi greci, come la bellezza della natura rimanda alla bellezza del Creatore, così, la bellezza esteriore, rimanda ad una bellezza interiore e ne è espressione.

                                                 Il bello:



 

 

 


 

   

 

 



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